Aiutare i bambini a gestire la paura
Genitorialità

7 Modi per aiutare i bambini a gestire la paura

“Affrontare le paure infantili con rassicurazioni razionali non è il modo più efficace: spesso falliscono di fronte alla logica della paura. È importante, invece, offrire i mattoni della sicurezza: amore, empatia e accettazione” Lawrence Cohen – Le paure segrete dei bambini

Ecco 7 strategie da tenere sempre presenti per aiutare i bambini a convivere con maggiore serenità con la paura e imparare a regolarla.

1. Il potere delle coccole

Dare la priorità all’empatia, rispetto alla razionalità. Non minimizzare il vissuto di paura dei propri bambini, anche se riferito a timori irrazionali. Evitare espressioni del tipo “ormai sei grande” che responsabilizzano e rischiano di far sentire inadeguati. Fornire loro sicurezza, ascolto e comprensione, non solo attraverso le parole ma soprattutto attraverso il contatto fisico. Abbracci e coccole permettono al bambino di sentirsi amato e al sicuro, attivano la produzione di ossitocina (l’ormone della felicità), riducono la frequenza cardiaca e respiratoria, facendo percepire una sensazione di benessere.

2. Esprimere le emozioni e non nasconderle

È importante insegnare ai bambini ad esprimere le proprie emozioni e non a soffocarle. Parlare di ciò che si prova aiuta a tranquillizzarsi: se la paura è dicibile, allora è regolabile e può anche estinguersi. Un’alternativa alla verbalizzazione, può essere il disegno, l’uso della plastilina (rappresentare le proprie paure e poi giocarci o distruggerle, per sconfiggerle) o la drammatizzazione (riprodurle attraverso il gioco come se fossero a teatro). Si possono anche attivare giochi di inversione di ruolo, in cui il genitore interpreta il bambino spaventato e il bimbo l’adulto che lo rassicura, mettendo in scena situazioni che preoccupano il bambino: una visita medica, il vaccino, l’interrogazione a scuola. Si possono poi leggere loro racconti e fiabe che esorcizzino, con un linguaggio adatto alla loro età, le preoccupazioni che provano.

Inoltre, un rischio del mantenere sopite le paure è che riemergano sotto forma di Rabbia (es. paura di fare brutti sogni o rimanere soli al buio → manifestazioni di rabbia e resistenza nel momento della messa a letto).

3. Evitare il contagio emotivo

Quando un genitore comunica con il proprio figlio, non trasmette unicamente informazioni attraverso il canale verbale, ma anche attraverso quello non verbale: gesti, espressione del volto, tono della voce, postura… I bambini, quindi, percepiscono anche le emozioni del proprio interlocutore e rischiano di esserne “contagiati”, ossia fare propri gli stati d’animo altrui. Se un genitore non riesce a controllare la propria paura nel momento in cui spiega un fatto accaduto al proprio figlio, quella paura invaderà la relazione. Se, invece, il genitore, pur essendo spaventato, riesce a mostrarsi calmo, il bambino potrà affrontare anche una notizia preoccupante con maggiore serenità. I bambini respirano il clima emotivo che li circonda.

4. Non raccontare bugie

Spesso si ha la convinzione che i bambini per essere protetti, debbano essere tenuti all’oscuro. È vero che le informazioni vanno calibrate in base all’età e che è necessario mostrare sensibilità e tatto quando si affrontano determinati argomenti. Devono essere resi a misura di bambino, con esempi e metafore, e possono essere filtrate le informazioni più spaventose e non necessarie. Ma è importante mantenere un legame di fiducia e non fornire loro false informazioni solo per calmarli. L’allarmismo non è funzionale ma nemmeno le bugie.

5. Gestire i mass media

I bambini di oggi sono sempre più esposti ad una cascata mediatica di informazioni, proveniente da: tv, radio e internet. Sono diventate, ormai, fruibili in modo costante e a tutte le età. E’ importante fungere da filtro tra tali mezzi di comunicazione e i propri figli.

  • Selezionare i programmi e le attività digitali a cui possono accedere.
  • Fare in modo che non si trovino da soli davanti alla tv, alla radio o su internet.
  • Aiutarli ad interpretare le informazioni che ricevono, traducendole in modo più chiaro, non allarmistico e con parole adatte alla loro età.

6. Affrontare piccole sfide ogni giorno.

Affrontare insieme a loro delle situazioni divertenti ma che generino un pizzico di paura-eccitamento, anche se sicure: arrampicarsi sulle rocce, saltare piccoli ostacoli… In modo da farli sentire forti e competenti, superando i propri limiti. Tutto ciò sotto lo sguardo genitoriale che fornisce sicurezza.

Talvolta è necessaria una certa dose di pazienza. I bambini vanno stimolati nell’esplorazione, ma in modo graduale, senza forzature. Devono sentire di poter, in qualunque momento, tornare dai genitori, la loro base sicura, sperimentando le distanze.

7. Prestare attenzione ai segnali

Prestare attenzione ai segnali corporei che il bambino manda. Talvolta sintomi fisici come mal di testa, mal di pancia, enuresi, disturbi gastrointestinali, possono essere indizio di preoccupazione. Perciò, una volta escluse possibili cause mediche, vanno indagati a fondo. È importante accogliere il disagio del bambino poiché, anche se non vi sono cause organiche, il malessere è reale. Aiutarlo a capire che sono manifestazioni di paura o ansia, dando un nome a ciò che prova.

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